Foto scattata dalla scrivente
Lunedì 7 marzo 2022 abbiamo avuto il piacere di avere come ospite, presso l’Aula Magna del plesso Lanza, il cantante e direttore d’orchestra Marco Vito, il quale ha raccontato la sua esperienza nell’ambito artistico e musicale.
Ha debuttato all’età di soli 16 anni all’arena di Verona con il ruolo di Romeo nell’opera “Giulietta e Romeo”, esperienza che l’ha visto accanto a Riccardo Cocciante, con cui collabora ancora oggi per gli eventi musicali.
Da oltre dieci anni lavora come vocal coach e direttore d’orchestra per i programmi televisivi, tra cui “The Voice of Italy”, “Amici” di Maria De Filippi e “Ti lascio una canzone”. Ha inoltre partecipato come autore al brano “8 Marzo” interpretato da Tecla nel 70esimo Festival di Sanremo.
Marco Vito è venuto incontro alle curiosità, ai dubbi e agli stereotipi appartenenti al mondo dello spettacolo e della televisione, ribadendo i fini commerciali e le tecniche costruite per fare audience e avere una percentuale di share sempre maggiore.
Nonostante abbia iniziato a lavorare giovanissimo e i tanti impegni lavorativi, Marco non ha mai abbandonato gli studi, anzi: dopo la laurea in Letteratura, Musica e Spettacolo presso “La Sapienza” di Roma, ha scelto di riscriversi all’Università Statale di Milano. Ci tiene infatti a sottolineare l’importanza di avere una base culturale solida, indipendentemente dalla professione che si decide di intraprendere, per avere innanzitutto la possibilità di confrontarsi con gli altri.
Marco Vito ha saputo raccontare di sé coinvolgendo direttamente noi ragazzi, facendoci intervenire a proposito dei nostri desideri presenti e futuri.
Penso sia stata un’ottima occasione per confrontarci sul mondo dello spettacolo e della musica di cui, direttamente o indirettamente, facciamo tutti parte, ma ancora più importante, è stato un confronto di esperienze e consigli per noi ragazzi: un vero arricchimento personale.
“Voglio essere tutto cio che sono capace di divenire”. Concludo con questa frase che lui stesso ha citato, sentita per la prima volta dalla sua insegnante di lettere in prima media, sperando di essere riuscita a trasmettere la perseveranza e la curiosità che lui stesso ha mostrato.
C.G.
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