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Molière: trecento anni di eterna giovinezza!



Il 17 febbraio saranno passati 351 anni dalla morte del celebre drammaturgo e commediografo francese Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, ho deciso di dedicare a lui questo contributo, sperando possa spronare qualcuno ad appassionarsi e, perché no, a leggere - o vedere dal vivo - qualche sua bizzarra commedia! 

La vita
Molière nacque il 15 gennaio 1622 a Parigi. Sin da piccolo si recava insieme a suo nonno a teatro e fu così che nacque la sua passione per la drammaturgia. Il suo talento fu riconosciuto in tutta Europa, a partire dallo stesso Re Sole, tanto da soprannominare il francese “lingua di Molière". I suoi personaggi, molto caratterizzati, ambigui e nettamente distinti tra di loro, continuano a dominare i teatri occidentali e le sue opere persistono non invecchiano mai. Il punto più bizzarro di tutta questa storia sta nel fatto che a Molière non piaceva scrivere commedie, al contrario, adorava le tragedie con tutto se stesso, perché con quelle esprimeva i suoi mali interiori; purtroppo, però, pare non gli riuscissero tanto bene...
Il malato immaginario
Narra la storia di Argante, un vecchio e scorbutico uomo la cui caratteristica principale è l’ipocondria.
Essendo molto ricco, si circonda di molteplici dottori che lucrano sulla sua ipocondria e gli prescrivono medicine con il solo fine, beh, di farlo andare in bagno! Il suo consistente patrimonio gli permette di trovare anche una fidanzata che altro non desiderava che tutte le malattie che era convinto di avere siano vere, esattamente come la figlia, invaghita di un giovane, ma costretta dal padre a sposare un futuro dottore per beneficiarne.
- L’ipocondria: secondo molte fonti, lo stesso Molière lo era, tanto che quando un medico si recò a casa sua perché egli era molto malato, si rifiutò di riceverlo perché “non stava abbastanza bene”, assurdo!
- La morte: Molière si ammalò di tubercolosi negli ultimi anni della sua vita ma questo non gli impedì di continuare a recitare (partecipava attivamente alla vita dello spettacolo, non solo come autore, ma anche come attore). La storia racconta che, mentre eseguiva il ruolo di Argante, avesse iniziato a ridere per coprire i suoi forti colpi di tosse fino a che non crollò sul palco. Inoltre, dato che in quel momento stava indossando un completo giallo, da quel giorno fu proibito recitare con questo colore in tutta la Francia (si sa che il teatro è un mondo molto superstizioso!). 
Don Giovanni
Detto anche “Il convitato di pietra”, ed ispirato ad un'opera originaria spagnola. Don Giovanni durante il corso dello spettacolo farà azioni che lo indurranno a pentirsi, cosa che farà solo in maniera ipocrita: egli infatti non può realmente pentirsi dal momento in cui non crede in Dio. Questa sua inesistente devozione dipinge il personaggio come un vero e proprio “eroe del male”, che si ribella a Dio in nome dei valori terreni e della civiltà laica. Ad esempio, quando costringe un uomo a bestemmiare in cambio dell’elemosina. L'opera si conclude con la morte di Don Giovanni, senza confessioni o assoluzioni.
Il borghese gentiluomo
Quest’opera è l’ideale, secondo me, per chi volesse approcciare il teatro di Molière, data la sua trama semplice e lineare.
Jourdain è un ricco borghese che desidera diventare un nobile (“gentiluomo”); di conseguenza inizia a imitare il loro modo di vestire e di parlare, facendo divertire in maniera particolare Nicoletta, la sua serva.  La sua ossessione per la nobiltà lo porta a trascurare tutto il resto, persino sua moglie, e a vietare a sua figlia di sposarsi con il suo amato, perché non appartenente all’alta nobiltà: per lei sceglie infatti il figlio di un nobile signore turco.
Tartufo
Il capolavoro di Molière, detto anche "l'impostore". Narra la storia di Orgone, un ricco mercante entrato in simpatia con il giovane Tartufo, tanto da desiderare di farlo maritare con sua figlia Marianna, la quale però è innamorata di un certo Valerio. Tartufo in realtà è un lestofante che finge la sua apparente benevolenza solo per entrare nelle grazie del Signor Orgone ed andare a letto con sua moglie. Ma Elmira, la moglie di Orgone, capisce subito cosa si cela dietro l’anima apparentemente magnanima di Tartufo, e si decide a smascherare la sua natura ipocrita chiedendo al marito, e precedentemente al figlio Damide, di nascondersi sotto il tavolo mentre Elmira e Tartufo conversano. I due assistono ad un vero e proprio “gioco di seduzione” e corruzione domestica da parte di Tartufo nei confronti di Elmira. La commedia all'epoca fece un certo scalpore, dato che il tentativo di seduzione di una donna sposata era considerato un tabù.
Durante il quarto atto vediamo la situazione degenerare, con Tartufo che violenta Elmira, palpandola e tentando disperatamente di baciarla contro la sua volontà. La donna disperata, urla, sapendo che il marito nascosto sotto il tavolo sarebbe venuto in suo soccorso. Quando ciò non accade, Elmira capisce che Orgone è innamorato di Tartufo più di quanto ami lei, e tra i tre si crea una sorta di triangolo. Ma poi, con un colpo di fortuna, riesce a cavarsela da sola.
Le intellettuali
In ultimo ci tenevo a parlare delle “intellettuali”, la mia opera preferita di Molière, che narra la storia di Armanda e Enrichetta, due sorelle provenienti da una famiglia borghese francese. Armanda, esattamente come la madre Filaminta, è una vera e propria intellettuale: appassionata di arte, cultura umanistica, musica… conferisce a queste discipline un’importanza ineguagliabile, e vuole essere indipendente e rivoluzionaria; parla di valori, di femminismo, e delle gioie che la cultura può offrire. Contrariamente, la sorella Enrichetta la quale, come il padre Crisalo, è più semplice, con aspettative di vita più umili o “classiche” ma molto affezionata ai valori morali della famiglia, dell’amore e dell’amicizia. Enrichetta, invaghita di un giovane di nome Clitandro, è ormai proiettata in un futuro di madre e donna di casa, desiderosa che il matrimonio abbia luogo. Ma la giovane si troverà davanti due ostacoli: 
- la sorella, la quale ha un'infatuazione per Clitandro e quindi è gelosa, ma d'altra parte desiderosa di una vita più prospera per Enrichetta;
- la madre, la quale vorrebbe farla sposare con Trissottino, un poeta inquadrato ma piuttosto scalognato.
Tutta la commedia consiste in uno scontro tra i componenti di una medesima famiglia.
M. P. 2 A COM

In quest'opera si rilevano, in particolare:
- La figura del medico: la ritroviamo in molte opere di Molière ma rappresentato come una caricatura, una satira di un vero medico. In particolare Molière lo dipinge come avido, professionista di scarsa qualità il quale agisce solo nel proprio interesse.






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