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Disabilità visiva e verbo "vedere"


Cari lettori e lettrici, vi do ancora una volta il benvenuto nella mia rubrica! 

Oggi vorrei rispondere alla fatidica domanda: “Ma se con te uso il verbo vedere non faccio una gaffe”?

È capitato a tutti, almeno una volta, che nell’interagire con una persona non vedente, vi siate sentiti in imbarazzo utilizzando le espressioni : “Vedere, ci vediamo, hai visto, guarda…” 

E se vi dicessi  che non dovete preoccuparvi di utilizzarli, anzi che dovete farlo? Vi spiego il  perché.

Parlare con una persona non vedente può mettere in difficoltà l'interlocutore, soprattutto quando si tratta di usare verbi, come  "vedere", "guardare", "osservare"…

Uno dei falsi  miti sulla nostra disabilità più comune è credere che l’uso di questi verbi sia  inappropriato e le persone che li utilizzano siano insensibili.

In realtà, molte persone non vedenti (me compresa), quotidianamente inseriscono  questo verbo nelle varie conversazioni senza considerarlo offensivo.

Questo pregiudizio o paura può e deve essere superato.

Il linguaggio è uno strumento fondamentale per la comunicazione umana, e utilizzare verbi come "vedere ", fa parte del nostro modo naturale di esprimersi.

Evitare di utilizzare queste parole per paura di offendere può portare a un linguaggio artificioso e distante.

Le persone non vedenti, proprio come chiunque altro, capiscono perfettamente cosa si intende dire con espressioni come: “Ci vediamo domani”! o “Hai visto quel film”?

Le persone non vedenti vivono esperienze sensoriali diverse, ma questo non significa che parole legate alla vista non possano essere usate.

Termini come guardare, osservare e vedere, possono essere adattati per descrivere percezioni e sensazioni che non richiedono necessariamente l’utilizzo della vista.

Ad esempio: Una persona non vedente può dire: “Vedo quello che intendi”, per indicare che comprende un concetto.

Normalizzare l’uso del verbo “vedere”, facendolo rientrare nel linguaggio comune, per interagire con persone non vedenti può contribuire a creare un ambiente più inclusivo e naturale.

Evitare di usare certi termini può far sentire la persona che non vede escluso/a peggiorando le relazioni.

Usare invece un linguaggio normale e spontaneo facilità la comunicazione e mostra rispetto per l’individualità di ciascuno.

Il linguaggio è uno strumento molto potente, e, nonostante molte delle persone non vedenti utilizzano le parole specificate finora senza problemi, è sempre bene, da parte vostra, chiedere se alcuni verbi o parole non diano fastidio.

Ricordate che: utilizzare un linguaggio spontaneo è corretto, ma è altrettanto corretto controllare le parole. Ricordate sempre che, una buona inclusione,  è fatta dalla persona con disabilità, ma soprattutto  da chi la circonda.

Grazie anche questa volta per aver letto il mio articolo e perché no… ci vediamo al prossimo!


A.C., 3A SCU.






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