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L’economia secondo la Generazione Z

 


A te che stai leggendo: “ti è mai capitato di non sentirti supportato e tutelato dagli organi che governano il nostro Paese? O di provare la sensazione di non sentirti in grado di utilizzare a pieno le tue capacità?”. In queste domande ho espresso solo alcune delle problematiche più rilevanti che intercorrono tra l’economia e la generazione Z.

Viviamo in una società in cui i giovani non hanno il giusto peso. Non è stato investito abbastanza nella digitalizzazione, nel concreto supporto, alle nuove generazioni, a costituire imprese. È necessario offrire ai giovani delle opportunità che permetta loro di mettere in campo al 100% le loro capacità acquisite sia nel percorso scolastico che in quello universitario e professionale. Le borse di studio e le iniziative di questo genere sono il più delle volte private. È necessario rinnovare la classe politica, dare ai giovani delle concrete opportunità!
Una delle criticità più diffuse nel nostro Paese è la disoccupazione. Un modo per affrontarla sarebbe proprio quello di investire nelle aziende e nelle start-up assumendo più giovani e permettendo loro di vivere nuove esperienze.
A noi giovani, andrebbe assegnato un ruolo di primo piano nell’ambito dei progetti di avvio di un’azienda, puntando sulla nostra sensibilità più marcata e su una mentalità imprenditoriale orientata a trasformare i problemi in opportunità. I giovani, dunque, come motore della digitalizzazione e come artefici dell’implementazione di nuovi modelli di business.
Si stima che l’età di maggiore creatività sia compresa tra i 15 ed i 30 anni, periodo in cui molte persone, in Italia, devono ancora trovare un lavoro stabile.
Persone di questa età vengono utilizzate in lavori sottopagati e non adatti al loro tipo di capacità intellettuale o manuale. Vengono usati per occupazioni che non valorizzano il loro potenziale (ad esempio, per fare le fotocopie) quando hanno il massimo della loro creatività e sono all'apice della loro fase di ideazione. Possono portare cambiamento e nuove idee, tutti elementi che vanno a vantaggio di un'azienda.
Se solo si imparasse a vedere i giovani anche in questa prospettiva e non solo come persone che non trovano lavoro, la situazione, di certo, cambierebbe!
Un altro fattore importante da tenere in considerazione è la salute mentale. Tutto questo ha un forte impatto sulle nostre vite. Un’iniziativa che cercava di venire incontro a questa problematica è il “Bonus Salute Mentale”, inserito nella Legge di Bilancio 2022 che prevedeva un fondo di 50 milioni di euro per facilitare l’accesso ai percorsi di psicologia anche a chi non ne ha le possibilità economiche. In tempi di pandemia la necessità di un supporto psicologico è aumentata notevolmente, ma sembra che in Parlamento non sia stata compresa la gravità della situazione.
Per fare un esempio, nello stesso momento sono stati approvati il bonus monopattino, il bonus rubinetti e il bonus decoder: saranno mai più importanti del bonus salute? Sarà che in Italia ammettere che si ha bisogno d’aiuto è ancora un tabù, perché viene visto come qualcosa di imbarazzante, “per deboli”.
Il benessere personale di ognuno di noi è un insieme di tanti fattori e di questi la salute mentale occupa una grande fetta. Quando impareremo che noi giovani non siamo soltanto il futuro, ma siamo prima di tutto il presente? Nonostante i limiti imposti ci sforziamo di metterci in gioco, continuando a credere e a sperare in una società che ascolti e aiuti i giovani.
Noi ce la stiamo mettendo tutta! Nonostante l’impegno, gli obiettivi, si allontanano comunque! Sappiamo navigare su internet, siamo nativi digitali…Adulti, ci insegnate a camminare? Noi abbiamo il passo, voi l’esperienza! Noi abbiamo gli orologi voi avete il tempo: qualche capello bianco insegnerà anche a noi a diventare innovATTORI del futuro del nostro Paese! Non chiediamo un posto degno, ma solo considerazione.

Un’adolescente assai piccola, ma infinitamente ottimista!

C.G.
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