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Il Greenwashing: tutto ciò che non ci dicono



Negli ultimi anni, in qualunque contesto ci troviamo, veniamo continuamente sottoposti a discorsi riguardanti le varie problematiche ambientali a cui stiamo andando incontro: nelle scuole, nelle città, negli ambienti di lavoro siamo continuamente coinvolti in nuove iniziative ecologiche e la campagna pro-ambiente è sempre più diffusa.

Questo fenomeno ha spinto molte aziende a partecipare, rivoluzionando i propri sistemi di lavoro per ridurre l’impatto ambientale. Nonostante ciò, sentir parlare grandi multinazionali di sostenibilità sembra quasi un ossimoro.

Infatti, il buon proposito di sensibilizzare il pubblico su tematiche tanto delicate, è sfociato in strumenti di marketing e pubblicità.

Il termine “Greenwashing” o “ecologismo di facciata” nasce per descrivere come aziende, istituzioni o enti nascondano dietro a propagande a favore dell’ecologia moltissime finzioni, accantonando temi di grande importanza come l’effetto serra, l'inquinamento dell’aria, delle acque e dei terreni, gli allevamenti intensivi o la deforestazione.

Per diffondere consapevolezza in merito al Greenwashing, l’organizzazione tedesca per la sostenibilità Deutsche Umwelthilfe (DUH) ha istituito l’assegnazione annuale di un titolo: il Golden Vulture, che sarebbe opportuno definire “premio di ipocrisia” che ha lo scopo di denunciare pubblicamente le aziende coinvolte nel greenwashing.

La campagna pubblicitaria della celebre multinazionale “Mc Donald’s” è stata la vincitrice del 2023, poiché promuove gli imballaggi usa e getta come ecologici, affermando che questi rifiuti vengono riciclati in nuovi cartoni e libri Happy Meal. Tuttavia, solo un terzo di loro viene effettivamente riciclato in libri attraverso un processo speciale, e che contengono solo il 40% di materiali riciclati, mentre il 60% è costituito da nuove fibre.

In Italia, l’Autorità garante del mercato e della concorrenza ha provveduto a sanzionare aziende che si nascondevano dietro slogan ingannevoli sulla sostenibilità. Il fenomeno ha infatti influenzato il settore finanziario: coinvolge gli interessi degli investitori, i consumatori che hanno a cuore l’interesse del pianeta, le aziende realmente sostenibili danneggiate dalla concorrenza sleale e in generale la credibilità del mercato stesso.

Ultimamente si parla spesso di “finanza sostenibile” per contrastare l’ecologismo di facciata: l’andamento della nostra economia dipende infatti dalla salute del nostro pianeta ed è importante abbandonare un sistema economico che punta allo spreco.


M.B., VB GINN.

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