Passa ai contenuti principali

Sport o politica?



In vista delle prossime Olimpiadi che si terranno in Francia nel 2024 si è acceso un dibattito tra A e B sulla partecipazione della Russia e della Bielorussia.

A: Se la comunità internazionale ha deciso di sanzionare la Russia a causa della sua aggressione verso l’Ucraina, ritengo che impedire la partecipazione di russi e bielorussi alle competizioni sportive rafforzi quell’idea di condanna nei confronti di uno stato aggressore.

 

B: Non sono d’accordo, lo sport non è politica, quindi non vedo perché per ragioni politiche si debba danneggiare la comunità sportiva e l’ideale dello sport stesso.

 

A: Lo sport non è mai stato solo competizione sportiva fin dalla sua nascita. Già dalle prime Olimpiadi vincere in una competizione comportava principalmente guadagni e potere.

 

B: Nella visione delle Olimpiadi moderne però il valore centrale è quello di fratellanza nella competizione, proprio per questo De Coubertin considerava come scopo dello sport quello di avvicinare le nazioni e di permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione agonistica sportiva, e non politica o di guerra.

 

A: La tua è una visione utopica; proprio per il fatto che la politica è radicata nella cultura, se sei uno sportivo non rappresenti solo te stesso ma la tua nazione, ed indirettamente la politica della nazione stessa. È necessario quindi isolare e non tollerare atleti che rappresentano un ideale politico eticamente sbagliato. Nel set dei valori olimpici sono infatti riportati non solo fair play, impegno e coraggio, ma anche pace ed uguaglianza.


B: Su questo sono d’accordo. Ma non puoi negare che la Russia sarebbe una tra le poche nazioni ad essere bandita nella storia delle Olimpiadi per questioni politiche. Inoltre, come possiamo avere la certezza che gli atleti russi non si espongano contro la guerra con un gesto eclatante come Elnaz Rekabi, la scalatrice iraniana che ha gareggiato ai Campionati asiatici di arrampicata senza indossare l’hijab, il velo, per solidarietà verso le donne che stanno protestando nel suo paese? Basterebbe solo un atleta russo che facesse un gesto simile, e varrebbe più di 100 sanzioni.

 

A: Non è giusto ammettere atleti alle olimpiadi solo nella speranza che questi facciano un gesto di protesta verso la loro nazione, è immorale ed è un controsenso.

 

B: Hai ragione. Ma se, come dici tu, ammettessimo alle Olimpiadi solo gli atleti di stati che non rappresentano ideali che noi consideriamo eticamente sbagliati, allora non sarebbero più Olimpiadi, ma una lista di nazioni che soddisfano determinati prerequisiti per far partecipare cittadini che con la politica non hanno niente a che fare.

 

A: Allora si potrebbe adottare il metodo utilizzato alle Olimpiadi di Tokyo, in cui gli atleti russi hanno partecipato senza bandiere né simboli nazionali a causa dello scandalo doping.

 

B: In quel caso il provvedimento era di ambito sportivo, la ferma condanna al doping sistematico degli atleti. Al contrario, applicare questo provvedimento per motivazioni non sportive implica un’invadenza della politica nello sport che non mi trova d’accordo.

 

A: Idealmente condivido la tua opinione, ma continuo a sostenere il fatto che i Russi con la loro bandiera promuovono un’ideologia che va contro i diritti umani, e questa non è politica, ma umanità.

 

B: Allora potremmo fare così, per coerenza tutti gli sportivi dovrebbero partecipare senza una bandiera, senza una divisa, non in nome della loro nazione, ma in nome dello sport stesso e della competizione sportiva.

 

A: Non so se mi hai del tutto convinto, dovremmo chiedere a C cosa ne pensa.

 

B: Va bene, andiamo.

 

CTu che stai leggendo, che cosa ne pensi? Rispondi nei commenti!


N. Z.

4A Scienze Umane

Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

“Ho sognato che il cervo illeso chiedeva perdono al cacciatore deluso”

Immagine tratta da: https://pixabay.com/it/photos/cervo-dollaro-mattina-natura-1082318/ Questa citazione è tratta da “libro dei sogni” di Jorge Luis Borges; uno scrittore, poeta e filosofo argentino, ritenuto uno degli autori più importanti e influenti del secolo scorso. Tra le sue innumerevoli opere scrive anche il Libro dei sogno .  Quest’opera è una silloge di 113 racconti, citazioni e storie con protagonista il sogno. Ogni storia è indipendente dall’altra e la sua particolarità è che si possono incontrare tra i più vari autori e frammenti di opere già esistenti. Si passa da Ungaretti ad Alfonso X di Castiglia, da Kafka a Caedmon, da personaggi biblici a quelli completamente inventati andando così a formare una specie di enciclopedia su questo meraviglioso e misterioso mondo dei sogni.  Proprio per questa caratteristica che ha, sembra essere una sorta di antologia mancata senza le contestualizzazioni e  le spiegazioni da parte dell’autore. Tocca, infatti, al lettore dargli un signif