L'IA E L'IO
Immagino che quasi
tutti ricorderete quando, nell’ormai lontano 2017, l'esperimento di intelligenza artificiale AI
di Facebook, condotto da Mark Zuckerberg, fu interrotto improvvisamente, quando
i due robot coinvolti avevano iniziato a parlare tra loro, senza aver ricevuto
alcun input dagli umani, in una sorta di linguaggio informatico completamente
sconosciuto agli uomini. Questo ha escluso gli stessi programmatori dal
controllo dell'esperimento, costringendoli a fare il classico “spegni e
riaccendi” con i due software.
Ma soprattutto, questo evento richiamò alla memoria di tutti coloro che assistettero ai terribili eventi di Terminator 1 e 2.
Durante circa trent’ anni, i leader delle agenzie informatiche più influenti del mondo hanno cercato di creare software che fossero in grado di ragionare e discutere con gli uomini, programmando robot che imparassero dall'interlocutore e fossero quindi capaci di imitarlo, aggiornandosi costantemente per cercare di essere sempre più simili agli umani.
Negli ultimi tempi, l’intelligenza artificiale viene impiegata in diversi ambiti, come quello logistico, o industriale, promuovendo così la messa a punto di tecnologie come la robotica, la guida autonoma, e la più recente invenzione: il Generative A.I.
Quest'ultima, imparando dati storici e schemi costanti invisibili agli umani, e adattandosi alle situazioni già affrontate in passato, “immagina”, basandosi però sui dati statistici, per generare l’output corretto ogni qualvolta si ripetano le medesime situazioni note.
Un altro settore fondamentale dell’intelligenza artificiale è quello del Deep learning, che per essere programmato, ha seguito come esempio la struttura del cervello umano. Questo software impiega tecnologie, che, per lo sviluppo, necessitano di un'immensa quantità di dati. L’obbiettivo del Deep Learning è di analizzare e rielaborare le informazioni ricevute, proponendo diverse forme di output.
Proprio a causa del
repentino sviluppo dell' intelligenza artificiale, e della sua costante
crescita, si stanno già elaborando diverse norme, che vanno dal piano regionale
a quello internazionale, che regolino l’utilizzo e la creazione di queste nuove
tecnologie. Esse infatti possono sicuramente essere molto utili, se non
fondamentali, in diversi campi, ma non dobbiamo dimenticare che, nonostante ci
somiglino sempre più, questi software sono solamente macchine, e hanno dei
limiti ben precisi. Sono prive di empatia e di emozioni, e solo con quelle si
potrà rispondere in modo soddisfacente agli “imput” che ci verranno dati.
L.T., VA Ginnasio
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