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Un sapone per curare il melanoma?

Un sapone per curare il melanoma?
HEMAN BEKELE E LA SUA STCS



Tutti sappiamo che per non attrarre microbi e batteri è necessario lavarsi le mani, ma se questo semplice gesto riuscisse a contrastare anche il melanoma?



Il melanoma è un tumore cutaneo che rappresenta il 5% di tutti i tumori della pelle, ed è il terzo più frequente in donne e uomini.

Ma ora, grazie al quattordicenne etiope-statunitense Heman Bekele, il pensiero di sconfiggere questa malattia con acqua e sapone non sembra più così utopico.

Il ragazzo, con l’aiuto di una scienziata-mentore, l’ingegnere Deborah Isabelle, ha infatti creato la “STCS” (Skin Cancer Treatment Soap), una saponetta a base di farmaci che gli ha permesso di vincere la competizione “3M Young Scientist Challenge”.



L’obiettivo del neo eletto “Miglior più giovane scienziato d'America" è quello di rinforzare le difese immunitarie innate, così che possano aiutare la pelle ad auto-proteggersi, riconoscendo e isolando le cellule malate.

Il sapone ha una consistenza appiccicosa, che favorisce l’entrata e l’aderenza dei principi attivi nella pelle tramite le particelle lipidiche, di cui ancora non sono note le capacità di penetrazione attraverso l'uso topico.

«L'ho fatto [il sapone] fondendo un semplice sapone medicinale con acido salicilico (combatte stati di ipercheratosi, cioè ispessimenti dello strato più esterno, detto corneo, dell’epidermide, come calli e verruche), acido glicolico (purifica il viso e migliora l'igiene dell'epidermide) e tretinoina (usata per il trattamento dell'acne e della leucemia promielocitica acuta) in proporzioni di 50/30/20 -ha affermato il ragazzo in varie interviste- sono tutti agenti cheratolitici (contrastano gli stati di ipercheratosi), che lentamente riattivano le cellule dendritiche (cellule “sentinelle” del nostro sistema immunitario che derivano dai globuli bianchi)».



Oltre alla spiegazione teorica della sua creazione, Heman ha anche specificato di volere che la saponetta sia semplice da distribuire, ma soprattutto economica (l’invenzione avrebbe infatti l’irrisorio costo di mezzo dollaro), in questo modo ha anche attuato un “atto di ribellione” verso quello che è il sistema economico statunitense, che costringe i cittadini a pagare prezzi molto alti per operazioni chirurgiche e cure mediche.

Inoltre, l’obiettivo del ragazzo è, oltre al perfezionamento del farmaco, quello di utilizzare il premio di 25.000$ per creare un'associazione no-profit che possa distribuire la saponetta nei Paesi dove le cure mediche non sono economicamente accessibili a chiunque.

A ispirare quest’idea, così come quella generale del farmaco, sono stati infatti i ricordi dei lavoratori perennemente esposti alle radiazioni dei raggi solari, che il ragazzo ha conosciuto durante la sua infanzia in Etiopia, dove il prezzo medio per un’operazione é di 40.000$.


Purtroppo, la SCTS non è stata ancora approvata per l'uso umano, ma è previsto che il via libera arrivi entro il 2028 dalla FDA (Food And Drug Administration), l’agenzia federale statunitense incaricata di supervisionare e regolare il mercato statunitense dei prodotti alimentari.


A. Z.
 
V B Liceo delle Scienze Umane

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