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L’arte di lasciarsi ispirare … Intervista a Nicoletta Nappi

 



Nicoletta Nappi vive a Torino e lavora come specialista procurement in una grande Azienda nel Vercellese, fotografa per passione e collabora con il giornale online TorinoToday.

Com’è nata la sua passione per la fotografia?

Mi è stata trasmessa da mio padre, che aveva un talento naturale per la fotografia e si applicava con passione e dedizione a questa arte, innestando in me la stessa fascinazione. Forse per una continuazione dei ricordi imprescindibile, negli ultimi vent’anni mi sono dedicata con passione alla fotografia, con lo stesso impegno di mio padre ma è indubbio che mi sono evoluta staccandomi dal passato e proiettandomi in una dimensione personale.

Lei non lavora come fotografa; come ha iniziato dunque a scattare foto per TorinoToday? 

Partecipai a un corso di fotografia dove si veniva valutati da fotografi professionisti, i quali mi hanno spinta a mandare un book fotografico alla redazione del giornale online. Sono stata successivamente contattata da loro per avviare una collaborazione con il giornale.

Qual è la cosa più importante in un fotografo? 

La tecnica è fondamentale. Non basta cogliere un’immagine, occorre perfezionare lo scatto per renderlo più simile possibile allo sguardo umano, ossia alla luce, all’impressione che si coglie in quel preciso momento.

Ci sono dei soggetti che preferisce fotografare?

L’alba, il tramonto, la natura, la gente che balla…in sintesi tutto ciò che emana positività.

Predilige fotografare senza retorica o fotografa quello che gli suggerisce un determinato soggetto? 

Mi lascio ispirare, ascolto le mie più intime emozioni mentre osservo ciò che mi circonda. E ai pari degli Impressionati, con scatti spontanei come pennellate, cerco di trasmettere la mia prima istintiva sensazione e l’emozione che scaturisce dall’osservazione.

Cosa significa per lei catturare l'essenza di un luogo o soggetto?

Significa catturare le emozioni dal profondo dell’Anima, dai pensieri più reconditi. Solo se riesco a bloccare per “l’eternità” l’emozione che ho provato in quel preciso attimo sono soddisfatta e felice della foto scattata.

Come definirebbe con una parola chiave la sua arte fotografica?

Positiva ma anche vitale.

Secondo lei perché le foto sono così importanti nella comunicazione?

Occorre fare un distinguo: sono importanti nell’ambito di inchieste giornalistiche, nei reportage di denuncia (per queste sono fondamentali i fotoreporter) ma nell’ambito puramente emozionale sono semplicemente un tramite per evocare emozioni al pari della letteratura, delle poesie, dei quadri, dei film…. Nel mio caso non voglio comunicare, non è il mio ambito, ambisco semplicemente a toccare le “corde” emotive più intime di chi guarda una mia fotografia.

Quale cambiamento più significativo c'è stato nel mondo della fotografia in questi ultimi anni?

Il più significativo è sicuramente l’avvento degli smartphone. Con questi nuovi strumenti tecnologici la fotografia è diventata “democratica”; tutti si cimentano per hobby a fotografare senza avere fatto corsi e senza temere di buttare via i soldi per eventuali foto da scartate (negli anni ottanta una volta che consegnavi il rullino al negozio di stampe fotografiche temevi che avrebbe stampato qualche foto inguardabile - vuoi per la scarsa messa a fuoco o per l’angolazione sbagliata- ma la pagavi come tutte le altre!)

Oggigiorno ci sono dei modelli di cellulari altamente tecnologici che offrono applicazioni che facilitano un fotografo alle prime armi senza spendere in attrezzature per professionisti; e grazie a tutti i fotografi improvvisati il mondo ci sembra più “piccolo” perché da ogni dove arrivano storie da tutti i mondi. Ogni evento quotidiano o storico è facilmente immortalato per i posteri da comuni passanti che a volte sono più sul “pezzo” dei fotoreporter!

Ha un fotografo preferito? Se sì, chi?  

Steve McCurry e l’immenso Henri Cartier-Bresson.

Secondo lei i social hanno peggiorato l’impatto visivo della fotografia?  

No, assolutamente no. Come accennavo prima la tecnologia ha riversato nei social tante ispirazioni fotografiche e fatto scoprire nuovi talenti. Sono nate anche nuove figure professionali specializzate nella fotografia di food, still life, specifica per i social media.

Ritiene possibile raccontare la realtà senza filtri o retorica, oppure pensa che lo sguardo personale interferirà sempre?

Si può raccontare la realtà autentica ma solo con i filtri se la si vuole raccontare senza retorica; perché nessuna macchina fotografica o moderno cellulare potrà sostituirsi all’occhio umano. Solo i bravi fotografi che sanno usare la tecnica potranno immortalare in una foto lo stesso impatto visivo di chi era fisicamente presente durante lo scatto.

Che consiglio darebbe agli amanti della fotografia?

Nessun consiglio; solo di seguire il proprio istinto e fotografare ciò che stimola a loro un’emozione, che sia un volto, un animale o un paesaggio... Secondo lei perché una fotografia è migliore di un video?La fotografia é un istante immortalato e da lì si può fantasticare come si vuole e tutti possono metterci un finale diverso. Un video é un film dove il finale è svelato.

Intervista realizzata da

V.C. IVB G 

F.R. - C.C. - M.A. - 1A COM 

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