Una riflessione sull'inesorabile scorrere del tempo
Roman Opalka, un pittore polacco scomparso nel 2011, ha lasciato un’eredità artistica che può far riflettere profondamente. Egli aveva deciso che ogni giorno avrebbe dipinto su una tela una sequenza di numeri. La sua prima tela era molto scura, mentre le ultime diventavano via via più chiare, fino ad arrivare al bianco su bianco. Alla fine di ogni giornata, dopo aver scritto i numeri, si scattava anche una foto: un modo semplice e diretto per registrare il passare del tempo sul suo viso.
L’idea al centro del suo lavoro era proprio questa: rendere visibile lo scorrere del tempo. La morte, in questo senso, è diventata parte integrante dell’opera stessa, perché è stata proprio lei a stabilirne la conclusione.
Con grande cura e pazienza, Opalka ha iniziato dal numero uno e ha superato i 5 milioni. Usava un pennello finissimo e dipingeva sempre in piedi, quasi come se in questo modo cercasse di opporsi al tempo, di contrastarlo almeno un po’. Allo stesso tempo, però, era perfettamente consapevole che il tempo era più forte di lui, e che solo il tempo avrebbe deciso quando il suo lavoro sarebbe finito davvero.
Il 6 aprile 2011 si è spento, e con lui si è fermata anche la sua opera infinita.
Il suo lavoro rimane un potente promemoria: il tempo scorre continuamente, e allo stesso modo scorrono i nostri giorni. Possiamo leggerci un invito semplice ma essenziale: imparare a vivere il presente e a goderci il momento, prima che anch’esso diventi parte del passato.
S.L. 5B SCU
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