La capitale slovacca ci ha accolti con il suo fascino moderno, contrapposto alla sua meravigliosa storia. Abbiamo visitato il Castello di Bratislava, che sorge sul Danubio e offre una vista spettacolare sulla città. Passeggiando tra le vie del centro storico, abbiamo scoperto una città vivace, ma anche profondamente legata alla sua memoria.
Durante una delle giornate, abbiamo visitato Vienna, la splendida capitale austriaca. La città ci ha incantati con i suoi palazzi, le sue strade ordinate e il suo fascino imperiale. Una delle tappe più suggestive è stata la visita al Museo di Sissi, dove abbiamo ripercorso la vita dell’imperatrice Elisabetta d’Austria. Le sue stanze, i suoi oggetti personali e le testimonianze del suo tempo ci hanno permesso di riflettere su un’epoca di grande splendore, ma anche di contrasti e cambiamenti profondi nella storia europea.
L’altra città visitata è stata Budapest, la capitale ungherese, attraversata dal Danubio. Dopo aver ammirato i palazzi imponenti e i ponti che collegano Buda e Pest, ci siamo recati al Memoriale delle Scarpe sulle rive del fiume. Lì, decine di paia di scarpe ricordano gli ebrei fucilati durante la Seconda guerra mondiale: uomini, donne e bambini che furono costretti a togliersi le scarpe prima di essere uccisi e gettati nel fiume. Di fronte a quelle scarpe, simbolo di vite spezzate, il silenzio è diventato come una riflessione. È stato uno dei momenti più commoventi del viaggio, che ci ha fatto comprendere quanto sia fragile la libertà, e quanto sia importante preservarne la memoria.
Accanto ai momenti di riflessione e alle visite culturali, non sono mancati i momenti di divertimento e spensieratezza, che hanno reso questa esperienza davvero completa. Le serate trascorse con i ragazzi slovacchi sono state piene di energia: abbiamo giocato, cantato, ballato e riso fino a tardi, imparando canzoni nelle rispettive lingue e improvvisando piccole lezioni di italiano e lezioni di slovacco che spesso finivano in malintesi linguistici.
Durante le giornate libere abbiamo esplorato la città come veri viaggiatori, tra foto di gruppo, shopping di souvenir e qualche inevitabile avventura. Indimenticabili anche i momenti più semplici, come le passeggiate lungo il Danubio, i tramonti visti in compagnia o le risate scatenate per una parola pronunciata male o un piatto tipico troppo piccante.
Questi istanti di leggerezza ci hanno ricordato che viaggiare non significa solo imparare, ma anche vivere pienamente, condividere e creare ricordi che rimarranno per sempre.
Questo Erasmus non è stato solo un viaggio di studio, ma un vero percorso di crescita umana. Abbiamo imparato che conoscere la storia significa anche assumersi la responsabilità di non dimenticare.
Tornando a casa, abbiamo portato con noi non solo nuove amicizie e nuove conoscenze, ma anche un bagaglio di emozioni, risate e consapevolezza. Personalmente, questa esperienza mi ha insegnato anche molto su me stessa: mi ha aiutata ad autogestirmi, a organizzare i miei tempi e le mie giornate, e a diventare una ragazza più indipendente. Partivo già con una base solida, ma vivere per una settimana lontano da casa, in un altro Paese e in un contesto nuovo, mi ha dato la possibilità di mettermi alla prova e di scoprire quanta forza e maturità si possono acquisire quando si esce dalla propria zona di comfort.
La memoria è un dovere, ma anche la crescita personale lo è: imparare a conoscere il mondo significa imparare, passo dopo passo, a conoscere meglio anche se stessi.
G.B., 3B LING.

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