La potevo fare pure io questa opera… e invece no, perché non ci hai pensato
Capita spesso, osservando
un’opera d’arte contemporanea, di provare un senso di perplessità. Davanti a
una tela monocroma, a un oggetto comune esposto in un museo o a una
composizione apparentemente semplice, nasce spontanea una frase che molti di
noi hanno pronunciato almeno una volta:
“La potevo fare pure io
quest'opera!”
Eppure, all’arrivo della
risposta ironica ma verissima “E invece non è affatto così, perché non ci hai
pensato”, l’intera questione cambia prospettiva. Questo semplice scambio
racchiude il cuore stesso dell’arte contemporanea: non è importante solo la realizzazione
materiale, ma soprattutto l’idea che la genera. L’arte di oggi si differenzia
radicalmente da quella del passato. Se un tempo l’artista veniva apprezzato per
la sua abilità tecnica — per la capacità di riprodurre la realtà con
precisione, di scolpire il marmo o di padroneggiare la prospettiva — la
contemporaneità mette al centro un altro elemento: il concetto. Molte opere non
stupiscono per la loro complessità manuale, ma per la loro originalità mentale.
Un esempio emblematico è quello dei ready-made di Marcel Duchamp: un comune
oggetto sottratto al suo contesto quotidiano e trasformato in opera d’arte. Non
era difficile replicarlo, ma nessuno prima aveva avuto il coraggio o
l’intuizione di farlo. Ecco allora che la frase “potevo farlo anche io” perde
forza: è vero che avremmo potuto realizzare tecnicamente quell’opera, ma non
abbiamo avuto l’idea, e l’idea è proprio ciò per cui l’artista viene
riconosciuto. L’arte contemporanea ci chiede di guardare oltre ciò che vediamo.
Non sempre trova il consenso del pubblico, perché destabilizza, provoca, mette
in crisi le nostre aspettative. Un’opera può essere semplice nell’aspetto, ma
complessa nel messaggio. In altre parole, non parla solo agli occhi, ma anche
alla mente. Questa prospettiva ci invita a superare i pregiudizi. Forse non
tutte le opere contemporanee ci piacciono o ci convincono, e questo è
legittimo. Tuttavia, giudicarle “troppo semplici” solo perché sembrano
facilmente replicabili significa ignorare il processo creativo che sta dietro,
fatto di ricerca, riflessione e intuizione. La famosa frase “La potevo fare
pure io questa opera” ci rivela qualcosa non solo sull’arte, ma anche sul
nostro modo di guardare il mondo. In realtà, ciò che distingue l’artista non è
soltanto la capacità di fare, ma quella di pensare diversamente. L’arte
contemporanea ci invita a cambiare punto di vista, a interrogarci, a prendere
in considerazione che un’opera può essere significativa non per la sua
complessità tecnica, ma per la sua forza concettuale.
E quindi sì, forse
avremmo potuto davvero creare quell’opera…
ma non l’abbiamo fatto.
E proprio in quel “non ci
hai pensato” si nasconde la differenza tra un gesto qualunque e un atto
artistico.
Nicole Bruder III^B classico
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