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Il caso della donna incapace di provare paura



La paura è un’emozione che ci accompagna fin da bambini ed in molti casi può rappresentare un vero e proprio salvavita. Infatti, nonostante sia spesso descritta come una catena da spezzare per vincere le continue e imprevedibili sfide di cui è piena la vita, essa ci consente anche di riconoscere il pericolo, e quindi di evitarlo in tempo. Se in natura il timore di incappare in qualche pericolo fatale fu fondamentale nella sopravvivenza dei nostri antenati, oggi ci ricorda di porre attenzione anche in azioni quotidiane, come attraversare la strada, per evitare incidenti.

Tuttavia, esiste una donna statunitense, nota con le sue iniziali S.M, dalla caratteristica incredibile: è incapace di provare paura. Ebbene sì: sottoposta a vari esperimenti, i ricercatori non hanno riscontrato un briciolo di timore nelle reazioni della signora S.M. Trovatasi in un negozio di animali pieno zeppo di tarantole e serpenti, S.M ha iniziato ad accarezzare questi ultimi come fossero cuccioli inoffensivi; vedendo alcune delle scene più ripugnanti dei film che hanno fatto storia per il loro impatto spaventoso sugli spettatori (basti pensare a “Il silenzio degli innocenti”), la donna ha risposto divertita ed emozionata. E così via, con reazioni al limite dell’incredibile. Ma qual è la causa della condizione di S.M.? In pratica, ella non è dotata dell’amigdala, ossia di una piccola ghiandola del cervello a forma di mandorla (“amigdala” in greco significa appunto “mandorla”), responsabile dei nostri sentimenti più viscerali, come felicità, tristezza e, in particolar modo, paura. All’età di 10 anni, per via della sindrome di Urbach-Wiether (una rarissima malattia genetica di cui la donna soffre) il tessuto neurale della sua amigdala si è calcificato, perdendo le funzioni associate a quest’ultima. Lo studio su S.M, però, potrebbe portare a capire come regolare le reazioni dell’amigdala per aiutare chi soffre di attacchi di panico e chi è affetto da disturbo post-traumatico, in particolar modo i reduci di guerra.

Ora, la domanda sorge spontanea: vivere senza paura è un vantaggio o no? A prima vista, sembra un superpotere: una sera, infatti, S.M è stata minacciata da un uomo armato di coltello, ma la donna ha risposto con tanta grinta da far scappare l’aggressore. Tuttavia, la vita di S.M non è così semplice, dovendo essere continuamente tenuta sott’occhio. Infatti, non avendo un senso di autoconservazione, S.M diventa un pericolo per sé e per gli altri; non provando timore verso i possibili malintenzionati, non lo prova nemmeno nella prospettiva di mettere la mano nell’acqua bollente o nel guidare a 200 km/h in centro città. Il caso della donna letteralmente “senza paura” ci fa riflettere sul significato profondo di questa emozione: il timore ci dona consapevolezza nel saper fronteggiare i rischi della vita. E per di più, superare le nostre piccole paure, come iniziare un nuovo corso e affrontare un’interrogazione con sicurezza, ci permette di diventare persone mature, audaci e brillanti.

N.G., 4B GINN.

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