Passa ai contenuti principali

La storia segreta

 

La storia segreta


    Dio di illusioni’, in inglese ‘The Secret History’, è un libro che può far di tutto tranne che lasciare indifferenti. Pubblicato nel 1992, è il primo libro di Donna Tartt, scrittrice famosa per il suo romanzo "Il Cardellino", vincitore del premio Pulitzer. Ci troviamo in un college americano alla fine degli anni ‘80, ma questo college è assai diverso da come, in genere, ci immaginiamo le scuole americane. Siamo infatti nel Vermont, uno stato estremamente a nord degli Stati Uniti e il college è una scuola con rette molto alte: la maggioranza degli studenti è abituata a vivere nel lusso e fa parte dell’èlite della società.

    È su queste basi che si sviluppa la trama del libro: il narratore, che è forse l’unico personaggio di origini umili, nota spesso la sfarzosità del modo di vivere dei suoi compagni.

    Già nel prologo l’autrice riesce a creare una suspense che terrà il lettore incollato al libro per tutte le seicento pagine. In quella breve introduzione, infatti, riceviamo tantissime informazioni che verranno riprese solo dopo varie ore di lettura e per tutto quel tempo. Per esempio, già dalle prime dieci pagine ci viene fatto sapere che uno dei protagonisti della storia, Bunny Corcoran, verrà assassinato proprio dal narratore e i suoi compagni. Nel corso del libro noi lettori cercheremo di capire come si possa arrivare alla situazione descritta nel prologo (che è infatti in medias res) fallendo ogni volta.

    Non appena il narratore sopra citato, Richard Papen, mette per la prima volta piede nel college rimane subito stupito dai cinque ragazzi che frequentano il corso di greco antico: appaiono distaccati da tutti gli altri ed hanno un’aria di superiorità. Da qui in poi, Richard continuerà ad osservarli da lontano e ad idealizzarli come qualcosa di lontano e irraggiungibile. Anche quando il protagonista entra a far parte del corso, sarà sempre un osservatore che ha la sensazione di essere al corrente di tutto; ma noi, pagina dopo pagina, ci accorgeremo che forse non è così. Questo è un aspetto importantissimo della narrazione di questo libro e forse il mio preferito: questa trama sempre più complicata è piena di dettagli, più o meno importanti, di cui non sapremo mai il vero significato. Infatti, se fosse narrato da un altro personaggio, sarebbe un romanzo completamente diverso.

    I personaggi principali sono tutti molto caratterizzati e, se alcuni cambiano completamente durante il libro, per altri cambia più che altro il modo in cui il protagonista li vede, man mano che scopre lati sempre più oscuri delle loro personalità. Grazie a loro, l’autrice riesce a sviluppare le più svariate tematiche, dall’omosessualità, al classismo, al femminismo.

    Nello specifico, per quanto riguarda ad esempio il classismo tutti i personaggi sono di estrazione sociale alta, alcuni persino di origini nobili, ma la cosa particolare è che il lusso è portato all’estremo: ritengo che l’autrice abbia voluto riportare un’immagine quasi caricaturale dell’ambiente che ha lei stessa vissuto durante gli anni dell’università (l’ambientazione del racconto prende infatti grande ispirazione dal college che Donna Tartt ha frequentato!)

    Le riflessioni che si possono fare sono quindi innumerevoli e parlare di una sola chiave di lettura sarebbe riduttivo. Certo è che questa storia ha dei risvolti inaspettati e lascia tutti i lettori scossi; è una storia di manipolazione, bugie e false apparenze, e questo è solo l’inizio!


A.M.P. IIIA Scientifico 

Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.  ...

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico...

"Per essere felici bisognerebbe vivere" ci consiglia Oscar Wilde

  Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/dublino-oscar-wilde-scultura-2757921/ “Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente si limita ad esistere e nulla più.” Così dice Oscar Wilde in un passo del breve saggio “ L’anima dell’uomo sotto il socialismo ”, in cui condanna il capitalismo del suo tempo, accusandolo di non dare spazio all’uomo per coltivare i propri talenti e di uccidere l’individualità delle persone. Egli aspira a una società ideale, quella socialista, in cui è bandito il dominio sull’uomo e ciò può avvenire solo con l’abolizione della proprietà privata e con un’organizzazione senza autorità. L’uomo deve gestirsi da solo, in autonomia, per poter trovare la propria libertà. Il socialismo ha valore  perché porta all’individualismo e la più intensa manifestazione di questo è l’arte. La società del suo tempo pensava che l’avere fosse più importante dell’essere e gli dispiaceva che essa...