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Non vedenti e buio: quello che nessuno vi ha mai detto!


Ciao a tutti cari lettori e lettrici! Benvenuti in questa rubrica del blog dedicata alla scoperta del mondo della disabilità visiva. Scrivo perché attraverso questa rubrica, vorrei far comprendere meglio questa disabilità, contribuendo a sfatare falsi miti, a migliorare la consapevolezza e a migliorare l’inclusione.

La domanda che molti si pongono è: “Tutti i non vedenti vivono al buio?”. Sfatiamo il mito del il buio totale!

Molte persone pensano che la disabilità visiva sia limitante e che i non vedenti vivano in un mondo completamente avvolto dall’oscurità e questo stereotipo nasce, spesso, da una mancanza di informazione e dalla persistenza di idee errate che condizionano la cultura collettiva. Nonostante siamo nel 2024, il pensiero che "essere ciechi significhi vivere solo nel buio" è ancora molto diffuso. 

Ma se vi dicessi che non è sempre così?

La vista è uno dei cinque sensi che permette  di vivere senza avere bisogno dell’aiuto degli altri: il non vedente , effettivamente, ha difficoltà a muoversi da solo per strada o a compiere i più naturali gesti della quotidianità, ma riflettete chi non  ha mai avuto difficoltà a fare qualcosa. Fortunatamente esistono altri quattro sensi e si può fare affidamento sull’udito, tatto, olfatto e gusto. Inoltre esistono  indispensabile strumenti  che affiancano e compensano le difficoltà di  alcune situazioni.

Non tutti i non vedenti vivono al “buio totale” perché diverse sono le manifestazioni della  disabilità visiva da una perdita parziale della visione alla  cecità totale.

Chi è completamente cieco può, comunque, percepire luci, ombre o forme, tutto dipende da fattori come la causa della disabilità , ad esempio malattie congenite, traumi, infezioni oculari, e la gravità del problema visivo. Infatti si distinguono: L’ Ipovisione: alcune persone hanno una visione parziale che permette loro di distinguere colori, contorni o movimenti, anche se in modo limitato. La Cecità totale: questa condizione si verifica quando non c’è alcuna percezione visiva, nemmeno della luce. La Percezione di luce e ombre: molte persone considerate cieche possono comunque distinguere il giorno dalla notte o percepire variazioni di luminosità.

L’idea che tutte le persone non vedenti vivano nel buio più totale può portare a incomprensioni. Ad esempio, potreste incontrare una persona con disabilità visiva che utilizza un bastone bianco, ma sembra "guardarsi intorno". Questo significa che ci vede? Non necessariamente. Una persona cieca sembra muovere gli occhi o reagire a ciò che la circonda, potrebbe percepire solo luci o ombre, senza avere una visione definita. Indipendentemente dal grado di visione residua, molte persone con disabilità visiva sviluppano abilità straordinarie per affrontare la vita quotidiana. Tutto questo grazie a tanti i strumenti come :

Il bastone bianco, per orientarsi nello spazio.

I display Braille, per leggere e scrivere.

Le app di navigazione vocale, che aiutano a muoversi in città.

Gli screen reader, software che leggono il contenuto dello schermo.

 Capire che la disabilità visiva è una realtà complessa e piena di sfaccettature è fondamentale per abbattere i pregiudizi ancora radicati nella società. Sensibilizzare su questi temi è molto importante, perché permette alle persone non vedenti di non essere  definite tali  per la loro condizione, ma soprattutto per le loro capacità, passioni e personalità.

Parlare di disabilità visiva aiuta a costruire una società più inclusiva, dove ogni persona viene vista e valorizzata per ciò che realmente è. “Sapere che la cecità non significa sempre oscurità, è un primo passo verso una società più informata e inclusiva”.

Grazie a tutti coloro che hanno dedicato parte del loro tempo a queste considerazioni, spero che sia utile per comprendere meglio questo mondo affascinante e spesso frainteso. 

Continuate a seguire la rubrica per scoprire altri aspetti della disabilità visiva!

E ricordate…:“ Noi tutti vendenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma per l’uso che ne facciamo.” (Helen Keller).

A.C., 3A SCU.




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