Lo stupro è distruttivo ed è definito come un crimine dei più atroci, non soltanto per il fisico ma soprattutto per la psiche della persona. Per capire come prevenire simili situazioni, dobbiamo analizzare ciò che accade nella mente degli stupratori e le cause che li portano a compiere tali azioni.
La psicologia dello stupratore
Gli stupratori non agiscono sempre per un bisogno sessuale. Gli psicologi identificano diversi tipi di profili: stupri per potere, quando l’aggressore dimostra la propria forza e superiorità, spesso per compensare insicurezze o un senso di inferiorità; stupri per vendetta, quando lo stupro viene visto come una punizione verso la vittima; stupri opportunistici, e cioè svolti da chi utilizza una situazione per soddisfare impulsi sessuali, spesso uniti a mancanza di empatia; stupri sadici, in questi casi questi sono guidati dal desiderio di infliggere dolore e umiliazione. In tutte queste casistiche, si osservano tratti psicologici comuni: difficoltà nel creare relazioni sane, mancanza di empatia e traumi infantili non elaborati.
Le cause profonde
Le cause alla base di questi comportamenti sono complesse e spesso radicate in una combinazione di fattori, tra cui traumi infantili, durante i quali molti stupratori hanno subito abusi fisici, sessuali o emotivi da bambini. Questo li porta a interiorizzare modelli di violenza; società “patriarcale”, nelle quali le donne vengono considerate inferiori o comunque “oggetti sessuali”, alimentando la convinzione che lo stupro sia giustificabile; mancanza di educazione emotiva e sessuale, infatti molti crescono senza imparare a gestire le emozioni o a rispettare il consenso nei rapporti interpersonali; infine, non può essere dimenticata l’influenza dei social media, attraverso la diffusione di contenuti che promuovono la violenza sessuale, oltre che la presenza di disturbi mentali, che in certi casi possono essere presenti nei “carnefici”, come tratti di come narcisismo o psicopatia.
Come prevenire?
La prevenzione è la chiave per ridurre questi crimini. Ecco alcune strategie: prima di tutto, educare, e quindi insegnare fin dall’infanzia il rispetto per il corpo; supportare le vittime di traumi, e aiutare chi ha subito abusi a elaborare il dolore può prevenire cicli di violenza; promuovere campagne contro stereotipi di genere e l’uguaglianza di genere; segnalare precocemente, perché chi manifesta comportamenti predatori deve ricevere supporto psicologico o essere monitorato prima che agisca. Capire cosa si cela dietro la mente di uno stupratore non significa giustificarne le azioni, ma individuare le cause e i segnali per intervenire in tempo. La consapevolezza, unita a una cultura del rispetto, può essere il primo passo per costruire un futuro più sicuro per tutti.
F.R., 3A COM.
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