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Come nel 1978

Un modo legale per rendere l'aborto illegale è renderlo un percorso intricato, difficile, doloroso, colpevolizzante: come in Umbria! Benvenuti nel Medioevo. Dove come scambio di beni si usa il baratto, dove le streghe sono messe al rogo e le donne non hanno libertà di scelta. In questi giorni la giunta regionale umbra, diretta dalla governatrice leghista Donatella Tesei, ha approvato lo stop farmacologico in day hospital e un ricovero di tre giorni per le donne che vogliono praticare l'aborto. Secondo Tesei, la scelta è stata analizzata con attenzione, affinché le donne possano avere un maggiore controllo durante quest'operazione.
"Nessuno vieta l'uso della RU486, vogliamo solo che avvenga in sicurezza" ha spiegato la governatrice. Il ministro della salute Speranza e la sottosegretaria alla salute Zampa, si sono subito opposti alla decisione. I due hanno richiesto urgentemente al Consiglio Superiore di Sanità una revisione delle linee guida ministeriali risalenti al 2010, poi abbandonate. Infatti, noi sappiamo che, ai giorni nostri, ormai, la pillola abortiva ha avuto complicanze pressoché inesistenti e non ha causato ricoveri ospedalieri, di conseguenza, questa pratica, già dolorosa emotivamente, è sicura e non ha bisogno di ulteriori ostacoli. Ormai, noi donne già lo sappiamo: sono anni che questo tipo di scelte vengono fatte per il nostro bene. Eppure, ci rimettiamo sempre noi. Ciò che più mi rattrista è che è stata una donna, una governatrice regionale, a voler adottare una tale pratica. Abortire è una scelta: una scelta dolorosa, che una donna compie in un giorno, ma le rimarrà appressa tutta la vita. Un ricordo nero e indelebile marchiato nella mente. Questa proposta è l'ennesima conferma del fatto che l'Italia sia governata da un imponente bigottismo e, che per ottenere i nostri diritti, dovremo aspettare ancora molto. Non è un mistero, il nostro paese è rimasto sempre indietro: la legge 194 venne approvata solo 42 anni fa e ancora oggi dobbiamo lottare e stringere i denti, affinché non ci venga tolto tale diritto. Le donne saranno sempre ostacolate nelle loro scelte. Nonostante, siamo in tante a batterci quotidianamente per i nostri diritti e per le donne che verranno, saremo sempre troppo poche e poco ascoltate. Alla fine a pochi importa se una donna è stata violentata, se una donna non può permettersi economicamente un figlio o, se semplicemente, non lo vuole: tu, donna che scegli l'aborto, non apprezzi il dono della vita e, per questo, ne subirai le conseguenze. D'altronde ci siamo abituate, no?
Desirée
IV B Ling.

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