Prostaglandine nei cosmetici
sono realmente sicure?
Uno dei trend più seguiti del momento su tutti i social media sono gli “doe eyes”, caratterizzati da delle ciglia lunghissime che permettono di avere uno sguardo profondo, dolce, e affascinante.
Per aderire a questo nuovo canone di bellezza, molte persone si sono chieste come riuscire a far crescere le loro ciglia, imbattendosi così nei sieri ciglia, prodotti simili, per il packaging, a dei mascara, ma che al posto di colorare e incurvare promettono solo un trattamento allungante e rinforzante.
Uno degli ingredienti più diffusi all’interno di questi prodotti sono le prostaglandine e i loro derivati (come bimatoprost, latanoprost, norbimatoprost e travoprost), sostanze, utilizzate da circa vent’anni, che dovrebbero riuscire a stimolare la crescita delle ciglia.
Ma ora, l’uso delle prostaglandine è particolarmente ricercato in ambito cosmetico: le prostaglandine usate nei sieri ciglia sono di tipo sintetico, come il bimatoprost (usato per il trattamento dell’ipotricosi delle ciglia, per via della quale le ciglia risultano anormalmente sottili o corte.
Come ogni altra sostanza, però, l’uso delle prostaglandine comporta alcune controindicazioni, come arrossamenti, cambiamenti nella colorazione del tessuto cutaneo, o prurito nella zona degli occhi.
A questo riguardo, sull’uso delle prostaglandine all’interno dei cosmetici si sono espressi sia la “Scientific Committee on Consumer Safety” (SCCS) che le “Compagnie Industriali Riunite” (CIR), ed entrambe sono concordi sul fatto che i dati forniti dalle aziende che producono prodotti cosmetici contenenti prostaglandine e derivati non siano sufficienti a garantirne la sicurezza, molti di più sono invece i dati farmacologici di supporto sull’utilizzo di tali sostanze. Nel 2018 anche il “German Federal Institute for Risk Assessment” ha espresso alla Commissione Europea la sua preoccupazione in merito alla sempre maggiore presenza di prostaglandine e derivati nei prodotti cosmetici usati per allungare le ciglia, e ai loro possibili effetti collaterali, quali cefalea, fotofobia (sensibilità degli occhi alla luce), bradicardia (un'aritmia del cuore caratterizzata da una frequenza cardiaca a riposo più lenta del normale con battiti e pulsazioni basse), irritazioni cutanee e infezioni oculari.
Il professor Alexandre Denoyer, capo del dipartimento di oftalmologia dell’ospedale universitario di Reims, ha inoltre dichiarato: “[queste sostanze] Espongono a un rischio maggiore di infiammazioni e infezioni oculari, come l’herpes”.
Attualmente non ci sono specifiche limitazioni, ma le linee guida internazionali, delineate dagli enti preposti, che chiedono sempre più dati alle aziende produttrici, non sembrano favorevoli all’utilizzo delle prostaglandine nei cosmetici. Altri Paesi, come la Svezia, hanno invece già bandito l’utilizzo delle prostaglandine dei cosmetici. Nel 2012, infatti, l’Agenzia Nazionale Svedese ha preso questa decisione dopo aver effettuato un test in cui ha trovato derivati delle prostaglandine in nove prodotti su ventisei analizzati, tre dei quali neanche li dichiaravano.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, la rivista “Il Salvagente” ha effettuato una ricerca sui sieri ciglia, scoprendo che molti prodotti vengono pubblicizzati come “senza prostaglandine” quando in realtà le contengono, la rivista afferma infatti che diversi prodotti che si trovano online non permettono di leggere l’elenco degli ingredienti, perciò potenzialmente i sieri che contengono queste sostanze potrebbero essere molti di più di quelli che pensiamo.
Gli effetti collaterali di questi ingredienti potrebbero portare al divieto del suo utilizzo, ma se siete consumatori di sieri ciglia contenenti prostaglandine non disperate! Esse sono infatti facilmente sostituibili con sostanze meno pericolose, come peptidi inoffensivi, acido ialuronico, aloe vera e oli naturali, che permetteranno alle vostre ciglia di crescere senza pericoli!
A. Z.
V B Liceo delle Scienze Umane
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